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/CONNESSIONI INTERNE(t)

LA PIETRA CHE UNISCE

Leggerezza e profondità della materia

 

 

La mostra tri-personale di scultura degli artisti, Gianni Andolina, Doris Bouffard e Johanne Ricard  presenta una interessante ed inedita lettura congiunta del lavoro dei tre autori accomunati dal materiale adoperato per le loro “connessioni scultoree”: la pietra di Noto.

 

Con l’eccezione dell’artista Gianni Andolina che vive ed opera nella vicina Noto, sia la Bouffard che la Ricard sono due titolate artiste canadesi, entrambe attirate dalle peculiarità della pietra iblea, da secoli materia prima di questa disciplina artistica. Una pietra forgiata da intere generazioni di valenti maestri scalpellini al servizio dell’unicità del nostro Barocco e oggi oggetto di nuove interpretazioni come quelle che saranno esposte nella Galleria di Fototeca Siracusana a partire dal 10 giugno prossimo.

 

Un ensemble di tre autori che hanno voluto unirsi in una mostra non a caso intitolata “Connessioni Interne” per significare sia l’esigenza di condivisione universale dell’Arte, sia l’importanza del lavoro corale in cui più voci esprimono un solo suono, benché con timbri diversi, la cui forza emerge moltiplicata dalla pluralità delle emittenti. Quindici lavori di medio formato plasmati da un mini-Team internazionale che costituiranno un percorso tridimensionale aperto alle evoluzioni aeree delle forme, in cui il cerchio e la spirale sono le chiavi per leggere lo spazio che unisce, la materializzazione concentrata dell’armonia cosmica, la sintesi materica di quel Pi-Greco archimedeo racchiuso nelle forme naturali dell’infinito universo.  

 

Sulla mostra scrive Vincenzo Medica direttore artistico della Galleria Studio Barnum di Noto:

“Partendo dal presupposto che l’arte è un mezzo per innalzarsi oltre l’ordinario, che fa da tramite per lo spirituale, per qualcosa di più grande del visibile, ci imbattiamo in una realtà più incontaminata, in una forma nello spazio - la scultura – che ci invita virtualmente, come anche altre esperienze artistiche, alla comunicazione, alla comprensione e alla correlazione tra persone e cosmo.

Affermando che fra tutti gli aspetti dell’universo esistono infinite connessioni, molteplici scambi energetici.

“Connessioni interne”, una rassegna artistica itinerante, in cui tre scultori, provenienti da aree geografiche opposte, dialogano insieme per scoprire nuovi percorsi interiori attorno al cosmo, tentando di connettere reciprocamente mettendo in armonia, tutti gli ambiti della natura. Un’interessante ipotesi di scambio e di confronto tra cifre stilistiche eterogenee, consente agli artisti stessi, anche attraverso l’utilizzo di materiali naturali, di mostrare il loro sentire, ma anche di compiere quel salto che li eleva ad una nuova realtà, di espandersi e creare nuove matrici, sempre nell’eterna tensione tra le emozioni e la ragione.” 

 

Oppure, come sinteticamente esprime lo scultore netino Gianni Andolina:

 

Dal microcosmo usciamo per capire il mondo. In arte non esistono distanza e tempo.”

 

Una chiave di lettura per i visitatori di questa mostra.

 

 

Gianni ANDOLINA  (Noto -IT) nota biografica

 

La manipolazione scultorea  di Gianni Andolina è segno di un forte cambiamento territoriale, la sua iniziazione di scalpellino lapideo si trasmuta attraverso la ricerca e l'indagine in una apparente deformazione della forma, la natura e il mito sono i cardini della sua ricerca artistica e professionale.

Nelle sue opere si narrano i segni di un mitico luogo dove la bellezza è madre generatrice di  forme di intima bellezza.

Doris BOUFFARD -   (Montreal  - CDN) nota biografica

 

Essere in simbiosi con la pietra, prima osservarla, toccarla,  ascoltarla per scoprire ciò che  può rivelarmi. Questo significa per me la ricerca della verità. Stabilire un dialogo con la materia, ed essere in  armonia con essa, ascoltare la sua musica perché esprime l’atto della  creazione del mondo, l’organizzazione della vita e della sua origine.

Il mio approccio con il taglio della pietra è sempre rispettoso ed umile, perché la natura ci offre già grandi opere da ammirare, riportandoci al momento della  creazione,  alla consapevolezza di esistere, ritrovando cosi, al contatto con la materia, una dimensione spirituale.

Nel plasmare la materia c’è uno sforzo continuo, un lavoro senza tregua, un impegno che coinvolge spiritualmente e fisicamente, gesti ripetuti migliaia di volte, successione di colpi, di linee e di movimenti danno forma alla pietra, cercando sempre di infondare un’anima, di dare vita a ciò che naturalmente non ne ha. 

Johanne RICARD -   (Montreal  - CDN) nota biografica

 

La mia pratica artistica si concentra principalmente sulla scultura e sull’installazione. I miei temi preferiti sono collegati alle tracce e impronte del tempo. Sensibile a ciò che mi circonda, capto nella mia memoria le immagini che mi ispirano, poi le rivisito completamente, decomponendole in linee e in volumi. Traggo anche dai miei sogni una sorgente diispirazione per la creazione di un’opera. Mi piace creare universi intriganti e spesso metaforici, giocando con le forme, lo spazio e il vuoto. Il mio approccio artistico è contemporaneo.

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