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SULLE TRACCE DI ANSEL ADAMS

                                                                                      Gino Carpi

Emanuele Schembri non fa il fotografo per professione ma è un laureato in Chimica Industriale e i suoi ambiti professionali sono ben altri. Appassionato di fotografia sin dal 1984, anno in cui ricevette in regalo la sua prima fotocamera reflex, e, in coerenza al proprio bagaglio di studi, fedele alla fotografia chimica o, quella cioè della pellicola, diretta discendente delle lastre al bromuro di argento o al collodio secco di fine Ottocento, ha scoperto il mondo della camera oscura tradizionale giusto una decina d’anni fa, per il quale ha maturato una vera e propria vocazione, tanto più forte quanto più si affermava, intorno a lui, la tecnologia digitale dell’immagine  Emanuele Schembri si pone su quest’onda di percezione dell’immagine, rifugge dai moderni tecnicismi dell’elettronica e si avventura in una dimensione fotografica antica, superata ma non per questo meno efficace, esclusivamente affidata alla luce e alla sensibilità dell’uomo. Una dimensione in cui nessun computer calcola niente, le immagini vengono fuori a partire solo dalle emozioni del fotografo e dalla sua padronanza della tecnica e delle regole della ripresa fotografica, registrate su un supporto sensibile alla luce, quel tanto che basta, e che non necessita di alcun programma e sistema operativo per essere interpretato. Non servono molti ingredienti se non un apparecchio meccanico, un obiettivo, un buon esposimetro, una pellicola e una camera oscura. Tutto qui. Tutto perfettamente comprensibile e manovrabile dal proprietario delle emozioni. Niente algoritmi, niente automatismi che semplificano ma pure obbligano a seguire percorsi preconfezionati da chissà chi.

La macchina fotografica come uno strumento musicale su cui incidere anziché note, scene che si pongono davanti uno sguardo umano che decodifica, seleziona, sceglie e traduce in semplici elementi, inquadratura, tempo, diaframma e scatto, ciò che diventerà l’unicum fotografico.

I devoti della Fotografia sanno di cosa si tratta e lo sa bene anche Emanuele Schembri che armato di pellicola medio formato è partito alla volta della costa occidentale degli Stati Uniti non per una visita a Las Vegas o a San Francisco ma per un viaggio mistico (fotograficamente parlando) in omaggio a un grande personaggio della Fotografia in bianco e nero come Ansel Adams. Schembri ripercorre le strade della storia della fotografia, ne adopera i materiali e gli strumenti, ne prende addirittura a prestito i soggetti per rivivere e far rivivere il fascino misterioso e alchemico della Camera Oscura, dei bagni di sviluppo e delle pellicole stese ad asciugare. Un’esperienza preziosa specie in tempi in cui  l’elettronica e il digitale hanno universalizzato la capacità di produrre immagini.  Le stampe esposte, sono frutto del lavoro in camera oscura, oggi sempre più raro, dello stesso autore e ritraggono i soggetti classici dello Yosemite Park,  del Bryce Canyon e del Grand Canyon, in omaggio appunto al grande Adams.  

Ansel Adams, il fotografo americano a cui si ispira Schembri , nacque a San Francisco nel 1902, cominciò a fotografare proprio  vicino allo Yosemite National Park, mentre era lì in vacanza con la sua famiglia, con la sua prima macchina fotografica, una Kodak Brownie avuta in regalo nel 1916.  Innamorato dei grandi passaggi naturalistici, entrò presto nel Sierra Club, associazione ambientalista proprio di San Francisco, di cui divenne presto il fotografo ufficiale, mentre parallelamente ereditava dal suocero Harry Best, che era stato a suo tempo fotografo specializzato proprio in vedute dello Yosemite, un negozio con annesso studio fotografico. Inventore del Sistema Zonale, fu tra i fondatori dello storico Gruppo f/64, nonché guida naturalista dei più famosi Parchi Naturali americani.

Fototeca Siracusana coglie questa occasione, offerta dal lavoro del fotografo Schembri,  per regalare una saggio alle nuove generazioni della fotografia pre-digitale e la storia degli uomini che l’hanno vissuta.

 

30 ottobre 2015 - 22 novembre 2015

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